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Puozz' passà pa' Cartiera di Pratola

Questa volta lasciamo i luoghi terremotati della nostra Irpinia e ci spostiamo a 25 km da casa nostra, a Pratola Serra. Un detto popolare avellinese dice: "Puozz' passà p'a Pratala", anche se non sappiamo quale sia il reale significato. Noi solitamente lo utilizziamo poche volte come una sorta di malaugurio. Anche perchè, in effetti, Pratola è vicina ad Avellino ma per arrivarci ci sono delle curve e un po' di fondo vallonato. Niente di particolarmente difficile, non è in cima a una mulattiera nè arroccata su qualche colle, fidatevi ....Siamo a Pratola perchè in questi mesi ci sono arrivate un po' di segnalazioni su luoghi ed edifici che vanno bene per il nostro blog. L'interesse ci fa piacere, ci consente di allargare il giro e di continuare il cazzeggio in compagnia. Diverse settimane fa ci è stata segnalata una vecchia cartiera a Pratola Serra (AV), e pertanto un primaverile sabato mattina abbiamo deciso di visitarla in compagnia di un gruppo di ragazzi che vivono a poche decine di metri dalla stessa. Ci raccontano che ad ogni elezione la cartiera rappresenta un punto nevralgico delle discussioni "politiche", ma da decenni al solito non se ne fa niente (come la Salerno-Reggio Calabria, insomma). Come sempre i sentimenti di rabbia e delusione e un pizzico di nostalgia fanno capolino nelle persone che ci hanno accompagnato. Chiacchierando con loro abbiamo scoperto che una ragazza di Avellino, Anna Fraire, ha discusso la tesi di Laurea Magistrale in Architettura proprio sulla Cartiera di Pratola. Ci sembrava dunque giusto dar voce a chi conosce la questione certamente meglio di noi, e abbiamo pubblicato degli estratti della sua tesi. Per chi volesse contattarla per approfondimenti questo è il suo indirizzo e-mail:

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"Spazi A Rendere" ringrazia Anna Fraire per aver permesso di pubblicare alcuni estratti della sua tesi di Laurea e immagini di ipotesi di ricostruzione della cartiera.

 

Estratti dalla Tesi di Laurea di Anna Fraire

Laurea Magistrale in Architettura

Progetto di Restauro dell’Elettrocartiera del Sabato

 

LA STORIA
L'Elettrocartiera del Sabato sorge ai piedi della collina su cui si sviluppa il centro abitato di Pratola Serra, in provincia di Avellino. Le prime tracce relative alla fabbrica risalgono al 1924, anno in cui avviene la compravendita da parte del signor Vincenzo Ungaretti, proveniente da Lucca, del mulino di proprietà dei fratelli Acone.
Non sono chiare le circostanze che hanno portato il signor Vincenzo Ungaretti da Lucca al piccolo comune di Pratola Serra, tuttavia la sua iniziativa fece sì che gli uomini più in vista del paese aderissero alla proposta costituendo la “Società Anonima Elettrocartiera del Sabato” per gestire l'impresa, a cui sin da subito fu riconosciuta una notevole importanza per l'intera collettività, dal momento che era destinata a “sviluppo di forza motrice e fabbricazione di carta” ( Archivio Notarile Distrettuale di Avellino, Notaio Pellegrino D'Amore, anno 1926).
Dal ’62, anno di nazionalizzazione delle imprese elettriche, anche l'Elettrocartiera passò all’Enel, che è tuttora proprietaria dell’impianto.
Queste ed altre informazioni relative alla storia della fabbrica sono riportate nei documenti raccolti presso l'Archivio Notarile Distrettuale di Avellino, presso l'Archivio di Stato di Avellino e presso l'Archivio Storico dell'Enel di Napoli.


IL FUTURO POSSIBILE
La mia ricerca approfondisce la riflessione anche su una possibile rifunzionalizzazione dell'edificio. A partire da uno sguardo attento sulle vocazioni del nostro territorio: è ovvio che il punto di forza dell’Irpinia risieda nelle sue risorse naturali, sia per l'offerta ambientale e paesaggistica che per la produzione agricola, da cui si sono sviluppati un settore agroalimentare ed enogastronomico di qualità.
Per questo con la rifunzionalizzazione dell'Elettrocartiera del Sabato ho immaginato di poter rispondere alle esigenze sociali, culturali ed economiche della nostra terra.

Il progetto proposto prevede infatti la creazione di un polo didattico-museale e incubatore di imprese ecosostenibili che punti alla conservazione e alla trasmissione della memoria storica di cui la fabbrica è portavoce, alla divulgazione tecnico-scientifica delle tematiche energetiche, all'educazione alla sostenibilità ambientale e all'offerta di formazione e servizi a start-up che vogliano puntare su sistemi produttivi ecosostenibili.
L'obiettivo dovrebbe essere infatti quello di creare un polo attrattore, ad ampia scala territoriale, che metta in moto un processo di sensibilizzazione al rispetto del territorio e a uno sfruttamento consapevole delle sue ricchezze.

Nello specifico le nuove attività previste, organizzate in una logica di mixitè funzionale, che possa garantire un uso regolare e costante dell'edificio, sono le seguenti:

Il Museo per conservare la memoria storica della fabbrica e offrire una esposizione didattico-museale riguardante la storia dello sviluppo tecnologico del settore energetico italiano, fino all’energie sostenibili.
La “Centrale del Gusto” per promuovere il settore enogastronomico del territorio.
I laboratori didattici per sensibilizzare ai temi della sostenibilità ambientale, dell'ecologia, del rispetto del territorio e del recupero delle sue tradizioni
L’incubatore di imprese ecosostenibili per offrire a start-up locali servizi logistici, orientamento nella gestione dell'impresa, formazione, assistenza al credito, consulenza, assistenza al marketing ecc.

 

 

 

Foto di Sandro Montefusco

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