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KOLMANSKOP: UN PO' DI DIAMANTI, PER SEMPRE

KOLMANSKOP E I CERCATORI DI DIAMANTI

Prima volta di (parte di) Spazi A Rendere all'estero. Visto che il lavoro prende fin troppo del nostro tempo, programmare a lungo termine la vacanza estiva aiuta a svagare dagli esperimenti e dai cattivi pagatori. I sabato mattina si passano pertanto a fantasticare, e poi scegliere e programmare dove ci porterà la nostra testa il prossimo agosto. Tra gli obiettivi iniziali c’era il degrado post sovietico, poi da buoni bipolari abbiamo optato per l’Africa. Tra le varie tappe Kolmanskop, città fantasma nel deserto del Namib, in Namibia. Tutto era eccitante: il rosso del deserto modellato dal lavorio erosivo del vento, l'altezza esagerata delle dune, l’oceano e infine una città fantasma di vecchi cercatori di diamanti. In quei giorni le emozioni e il cazzeggio correvano su Whatsapp tra l'Italia, l'Europa, l'Africa e l'Australia. 

Erano gli inizi del ‘900 quando un ferroviere per caso si trovò un diamante tra le mani. Da quel giorno per quasi mezzo secolo quel luogo divenne una colonia tedesca dove ci fu una intensa estrazione di diamanti. In questo piccolo agglomerato di case costruirono ospedali, sale da ballo, un teatro, scuole e addirittura un casinò. Fu abbandonata definitivamente nel 1954 facendo spazio solo alla violenta forza del vento che riempie quegli spazi di fine sabbia dorata.

Percorriamo circa 500 km su strade sterrate dal Sossusvlei a Luderitz, la città più vicina a Kolmanskop, architettura bavarese dai colori pastello, retaggio della colonizzazione tedesca di fine ‘800. In Namibia, ad agosto, fa buio molto presto e alle 18.00 sembrava gia’ di essere nel cuore della notte. Arriviamo a Luderitz verso le 20.00 di una fredda domenica di agosto. Un paesaggio spettrale: una città deserta senza né uomini né auto. Solo semafori lampeggianti, un vento gelido e lo scrosciare rumoroso delle onde oceaniche di sottofondo. Cerchiamo un posto per mangiare e troviamo solo un piccolo locale di spaccio alimentare con due individui, diciamo cosi, non proprio raccomandabili. Ci spiegano che la domenica sera è il giorno di riposo e sarà difficile trovare qualcosa di aperto soprattutto ad ora tarda. Pertanto si rimane in giro con la macchina per studiare il miglior posto dove parcheggiare e trascorrere la notte. Sembra di essere nell'atmosfera tetra di Spoon River, dove i fantasmi con le loro vite riecheggiano sulla collina.

Di buon mattino ci sveglia ancora quella pioggia sottile che cade sul tettuccio dell’auto, condensa sui vetri, mentre dalla cittadina che inizia a svegliarsi echeggiano flebilmente i primi accenni di quotidianita'. Il vento porta con se’ la sabbia e la nebbia densa avvolge tutto in un atmosfera ancora più misteriosa e spettrale. Ci immergiamo in questo paesaggio per dirigerci alla città fantasma di Kolmaskop. Il più delle volte i luoghi famosi e tanto attesi luoghi lasciano qualcosa di deludente, ma non è il caso di Kolmaskop. Sembravamo bambini in un Luna Park, d’altronde non sono i nostri paesaggi e non è il nostro quotidiano. Non possiamo accendere la lampadina dei ricordi e anche immaginarsi il passato in quelle case e stradine invase dalla sabbia era piu’ difficile. Ma tremendamente affascinante. Speriamo di aver raccolto un po’ di quel fascino con le nostre foto, che probabilmente, mai come stavolta, non hanno davvero bisogno di parole. A Kolmanskop, un diamante e' per sempre.

 

 

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